Fondi alla Ricerca: pochi e dirottati da progetti PRIN a FIS

Fondi alla Ricerca: pochi e dirottati da progetti PRIN a FIS
26 settembre 2025

Un paio di giorni fa La Stampa ha pubblicato un articolo a cura di Michele Simonato (Università di Ferrara), Antonio Musarò (Università di Roma La Sapienza), Marco Onorati (Università di Pisa) e Marco Tamietto (Università di Torino) sul finanziamento alla ricerca. Non solo i fondi destinati alla ricerca rimangono insufficienti rispetto ad altri Paesi avanzati, ma slittano su pochi e selezionati progetti, mettendo a rischio le opportunità di tanti scienziati e sollevando il problema della valutazione del merito.

Pochi mesi fa la politica si impegnava a garantire “un finanziamento stabile, l’emanazione di almeno un bando per Progetti di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) all’anno con tempi certi e un comitato per definire linee guida di valutazione di progetti”, in seguito alla mozione della senatrice a vita Elena Cattaneo, sostenuta dalla ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini.

Ora, però, il Ministero dell’Università e della Ricerca ha deciso di rinunciare a finanziare molti piccoli gruppi di ricerca a favore di pochi gruppi considerati eccellenti: 60 i milioni inizialmente allocati per i PRIN 2024 e 2025 che passeranno ai progetti FIS-2 (finanziamenti corposi per progetti più ambiziosi, destinati a pochi gruppi nazionali). Una scelta che fa discutere per molti motivi, a partire dalla qualità della valutazione fino all’annientamento di opportunità per tanti giovani ricercatori.

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