Documento a cura del Prof. Gianluca Trifirò e della Sezione di Farmacologia Clinica della Società Italiana di Farmacologia (SIF) e del Gruppo di Lavoro Cardiovascolare e Metabolico della SIF.
La pandemia associata al coronavirus 2019 (SARS-CoV-2) si sta diffondendo in tutto il mondo e desta grande preoccupazione. In tale scenario è più che mai essenziale prendere decisioni in merito ai trattamenti farmacologici assunti dai pazienti sulla base di solide evidenze scientifiche.
Sono state riportate in alcuni editoriali (Gurwitz D, 2020; Zheng YY et al, 2020; Watkins J, 2020) ipotesi contrastanti in merito ai potenziali benefici/rischi associati ai farmaci anti-ipertensivi che agiscono sul sistema renina-angiotensina, alla luce del coinvolgimento dell’enzima di conversione dell’angiotensina 2 (ACE2) come porta di ingresso di SARS-CoV2 nelle cellule bersaglio a livello polmonare.
È pertanto necessario fare chiarezza sul ruolo potenziale di tali farmaci ed in particolare sul presunto razionale di sostituire ACE-inibitori/sartani (antagonisti dei recettori dell’angiotensina II) con altri anti-ipertensivi o viceversa, al fine di prevenire inappropriati comportamenti prescrittivi in pazienti in terapia con tali farmaci, non supportati da consistenti dati clinici.
Il documento, dopo un approfondimento su ACE 2 e ACE-inibitori/sartani, riporta le evidenze cliniche su beneficio-rischio di switch da e verso ACE inibitori/sartani.