Tornano dal 18 al 21 novembre i FISV Days, le giornate di divulgazione scientifica dedicate a studenti e docenti delle Scuole Secondarie Superiori.
L’edizione 2025 si svolge in collaborazione con Fondazione Umberto Veronesi e propone quattro giornate di approfondimento scientifico intorno al filo conduttore “Perché siamo quello che siamo”, con un focus su geni, nanotecnologie, vaccini e parole.
Ecco, in breve, il programma:
18 novembre – GENI ED EPIGENETICA
Chiara Tonelli (Università degli Studi di Milano), Katia Petroni (Università degli Studi di Milano), Pier Giuseppe Pelicci (IEO) spiegano come l’ambiente possa modificare l’espressione genica.
19 novembre – NANOTECNOLOGIE
Giovanni Tosi (Università di Modena e Reggio Emilia), Giuseppe De Rosa (Università di Napoli Federico II), Paola Minghetti (Università degli Studi di Milano) illustrano come le nanotecnologie stanno rivoluzionando la medicina.
20 novembre – VACCINI
Rino Rappuoli (Fondazione Biotecnopolo Siena), Alberto Mantovani (IRCCS Humanitas), Marco Annoni (CNR) affrontano il tema della prevenzione tra vaccini, immunità e salute.
21 novembre – PAROLE
Antonio Musarò (Università La Sapienza Roma), Carlo Alberto Redi (Università di Pavia), Chiara Segrè (Fondazione Umberto Veronesi) parlano dell’importanza del linguaggio nella comunicazione scientifica.
Come di consueto, è possibile partecipare a tutte le giornate di studio oppure solo ad alcune.
Ricordiamo che la partecipazione è online, gratuita e aperta a tutti gli istituti scolastici interessati.
Se non hai mai sentito parlare dei FISV Days e vuoi capire meglio di cosa si tratta, puoi dare un’occhiata alla Playlist dei FISV Days 2024.
PROGRAMMA
Martedì 18 Novembre
GENI ED EPIGENETICA
Epigenetica: l’interruttore dei geni
Cos’è l’epigenetica? È la capacità di cambiare l’attività di un gene senza cambiare la sequenza del DNA. L’epigenetica può essere considerata un interruttore molecolare che regola e programma l’espressione dei geni attraverso segnali molecolari, detti modificazioni epigenetiche, che sono reversibili, perché non alterano la sequenza del DNA e non coinvolgono mutazioni nei geni. Esistono tre tipi di modificazioni epigenetiche: metilazione del DNA, modificazione degli istoni e RNA non codificanti. Vedremo come queste modificazioni epigenetiche possano essere “utilizzate” in modo diverso in diversi organismi, come mammiferi e Drosophila (il moscerino della frutta), per risolvere un problema comune, ovverosia mantenere l’equilibrio nell’espressione dei geni che stanno sul cromosoma X. Nei mammiferi, le femmine (XX) devono inattivare uno dei due cromosomi X, in modo che maschi e femmine abbiano entrambi un solo X attivo. In Drosophila, invece, sono i maschi (XY) ad aumentare l’attività del loro unico cromosoma X, così da mantenere lo stesso dosaggio delle femmine (XX).
Chiara Tonelli
Università degli Studi di Milano, Presidente FISV, Presidente Comitato Scientifico Fondazione Veronesi
Professore Emerito di Genetica all’Università Statale di Milano e membro della European Molecular Biology Organisation (EMBO). È Presidente della Federazione Italiana Scienze della Vita e Presidente del Comitato Scientifico di Fondazione Umberto Veronesi. È stata Prorettore alla Statale con delega alla promozione e al Coordinamento della Ricerca. Ha fatto parte di numerosi Comitati Scientifici in Italia e all’estero tra questi è stata membro dell’Advisory Group su “Food, Agriculture and Biotechnology” e del JPI “Healthy Diet for Healthy Life” della Commissione Europea. L’obiettivo principale dei suoi studi è decifrare la logica del controllo trascrizionale e della regolazione genica delle piante nell’interazione con l’ambiente e del ruolo che composti bioattivi (flavonoidi/antociani) possano svolgere nella prevenzione delle malattie croniche. Ha pubblicato oltre 100 articoli su riviste scientifiche internazionali e ha ottenuto numerosi progetti finanziati da agenzie italiane e dall’Unione Europea.
Epigenetica a tavola: l’impronta del cibo sui nostri geni
Parleremo di Nutriepigenetica e degli studi che ci hanno permesso di capire che i nutrienti non sono solo fonte di calorie, vitamine e minerali, ma sono anche in grado di “programmare” il genoma ed influenzare indirettamente l’espressione genica. Vedremo come questa programmazione epigenetica avvenga durante la formazione dei gameti e nelle prime fasi dello sviluppo embrionale e come possa influenzare la regolazione dei geni nel nascituro, influenzandone la salute anche nella vita adulta. Anche la dieta che noi adottiamo nel corso della vita adulta può determinare modificazioni epigenetiche, che hanno un ruolo sul nostro stato di salute, ma si tratta di modificazioni reversibili, che quindi possono cambiare se noi cambiamo la nostra dieta, facendo scelte alimentari più sane.
Katia Petroni
Università degli Studi di Milano
Katia Petroni è Professore Associato di Genetica presso il Dipartimento di Bioscienze dell’Università degli Studi di Milano, dove insegna Nutrigenomica e Nutrigenetica, Genetica e Genetica molecolare. Attualmente ricopre l’incarico di Coordinatore del Corso di Laurea Magistrale in Biologia Applicata alle Scienze della Nutrizione, è Co-Chair del Nutritional Security Working group (EPSO, European Plant Science Organisation) e delegato EFSA del Dipartimento di Bioscienze. Fin dall’inizio della sua carriera accademica, ha studiato la biosintesi di flavonoidi e antocianine nelle piante. Ha contribuito a definire il fenomeno del REED (Reduced Expression of Endogenous Duplication), un meccanismo epigenetico di silenziamento determinato dalla metilazione del promotore di geni duplicati. Negli ultimi 20 anni, la sua ricerca si è concentrata sulla determinazione del ruolo protettivo delle antocianine sulla salute, in particolare nella prevenzione di malattie croniche, come malattie cardiovascolari e obesità. A tal fine, ha contribuito allo sviluppo di alimenti modello arricchiti in antocianine e li ha utilizzati in studi di nutrigenomica su sistemi cellulari, modelli animali e, grazie alla collaborazione con altri gruppi di ricerca, in studi clinici sull’uomo, al fine di determinarne le proprietà benefiche ed i meccanismi di azione. È autrice di 58 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali e titolare di progetti nazionali e internazionali.
Il tumore che si adatta e resiste: cosa ci racconta l’epigenetica
Il tumore non evolve solo attraverso mutazioni genetiche, ma anche grazie a cambiamenti epigenetici, che modificano l’espressione dei geni senza alterarne la sequenza. Questi meccanismi permettono alle cellule tumorali di adattarsi rapidamente a stress ambientali e terapie. Studiare l’epigenetica offre nuove prospettive per individuare vulnerabilità del cancro e sviluppare trattamenti più mirati.
Pier Giuseppe Pelicci
IEO
Il Prof. Pier Giuseppe Pelicci è Direttore della Ricerca e Presidente del Dipartimento di Oncologia Sperimentale dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano. È inoltre professore ordinario presso l’Università degli Studi di Milano, Presidente della Scuola Europea di Medicina Molecolare (SEMM) e Vicepresidente di Alliance Against Cancer (ACC), una rete di 28 ospedali per la ricerca oncologica promossa e coordinata dal Ministero della Salute, impegnata nella realizzazione di studi clinici multicentrici basati su meccanismi molecolari. Laureato in medicina, specializzato in medicina interna e con un dottorato di ricerca in biologia molecolare, ha dedicato la sua vita alla ricerca, in un campo che ha avuto un impatto significativo sull’attuale approccio clinico al trattamento dei pazienti oncologici, come l’identificazione/caratterizzazione funzionale degli oncogeni PML-RAR e NPM mutato e la definizione delle basi molecolari dell’attuale trattamento mirato. Più recentemente, si è concentrato sulla caratterizzazione biologica e molecolare delle cellule staminali normali e tumorali, sui meccanismi del danno al DNA, sulla recidiva da chemioresistenza acquisita nella leucemia e sull’obesità come fattore di rischio per il cancro.
Domande e Conclusioni
Mercoledì 19 novembre
NANOTECNOLOGIE
Le nanotecnologie farmaceutiche
Le nanotecnologie, come ogni grande innovazione, hanno una storia lunga, che parte da campi di applicazione diversi e apparentemente lontani, ma che oggi hanno trovato il ruolo fondamentale anche in campo medico e farmaceutico. Lavorando su scala molto piccola, nanometrica e mettendo a punto tecnologie innovative, si possono infatti costruire dei nanotaxi che trasportano e proteggono farmaci, per permettere di aumentare l’efficacia della cura e ridurre gli effetti collaterali. Un passo avanti verso terapie migliori, diagnosi più accurate e possibili nuove cure per malattie di difficile trattamento. Un viaggio complicato, ma oggi la realtà e l’opportunità per migliorare la salute.
Giovanni Tosi
Università Modena eReggio Emilia
Giovanni Tosi è Professore Ordinario di Tecnologia e Legislazione Farmaceutiche all’Università di Modena e Reggio Emilia dal 2020. Laureato in Farmacia e dottore di ricerca in Scienze Farmaceutiche, ha ricoperto numerosi incarichi accademici e scientifici, soprattutto nel campo della nanomedicina. Coordina la Piattaforma di Nanomedicina UNIMORE dal 2017, sta coordinando la creazione della Piattaforma Italiana di Nanomedicina nata nel 2024 ed è Segretario della Piattaforma Tecnologica Europea per la Nanomedicina dal 2022. La sua ricerca è focalizzata sullo sviluppo di sistemi nanotecnologici per il rilascio mirato di farmaci e di materiale genico, per le patologie del sistema nervoso centrale e in campo oncologico.. È autore di oltre 120 pubblicazioni scientifiche e collabora con gruppi di ricerca e aziende farmaceutiche internazionali.
I farmaci a RNA e le formulazioni avanzate: passato, presente e futuro
Con l’avvento dei vaccini contro il COVID-19, i farmaci ad RNA sono hanno ricevuto una crescente attenzione non solo nella comunità scientifica, ma anche su organi di stampa e sui social, suscitando enorme interesse ma anche alcune perplessità.
Durante la presentazione cercheremo di capire cosa è l’RNA ma soprattutto perché oggi può essere utilizzato per lo sviluppo di nuovi medicinali e con quali prospettive. Soprattutto cercheremo di capire perché, nonstante sia studiato da decenni, solo negli ultimi anni abbiamo osservato in commercio farmaci a RNA. Infine, collegandoci anche alle altre presentazioni della sessione, capiremo come l’impiego delle nanotecnologie ha consentito di superare le barriere che hanno, in passato, ostacolato il suo uso terapeutico.
Proveremo quindi ad immaginare quale futuro ci attende con la scoperta di nuovi farmaci a base di RNA.
Giuseppe De Rosa
Università di Napoli Federico II
Giuseppe De Rosa è professore di prima fascia presso il Dipartimento di Farmacia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. È il coordinatore del Corso di Laurea Magistrale in Biotecnologie del Farmaco.
La sua attività è incentrata sullo studio di sistemi di veicolazione basati su nanotecnologie, con particolare riguardo alla veicolazione di RNA mediante nanoparticelle lipidiche per applicazioni diverse tra cui diverse forme di cancro e malattie neurodegenerative.
È autore di circa 130 pubblicazioni su riviste internazionali e diversi contributi in libri, con più di 5000 citazioni ed un H index di 40. Ha ricevuto diversi finanziamenti per la ricerca e riconoscimenti per la sua carriera scientifica tra cui il premio internazionale ADRITELF nel 2020.
È membro del Comitato Esecutivo e Tesoriere della Federazione Europea in Scienze Farmaceutiche (EUFEPS) ed è stato membro del Consiglio Direttivo e segretario della Società Italiana di Tecnologia e Legislazione Farmaceutiche (SITELF, già ADRITELF) e della sezione italiana della Società di Rilascio Controllato (CRS Italy Chapter).
È membro del Comitato Editoriale di diversi riviste di livello internazionale nel settore della veicolazione e della tecnologia Farmaceutica.
Le terapie personalizzate e di precisione
L’industria sviluppa moltissimi farmaci fondamentali per curare le nostre malattie e la ricerca mette a disposizioni sempre più terapie che possiamo usare al momento giusto e sul paziente giusto, ovvero con sempre più precisione. L’incontro tra farmaco e paziente avviene quasi sempre per tramite di medico e farmacista che collaborano anche creando farmaci personalizzati allestiti in farmacia per le esigenze specifiche per esempio di bambini o di pazienti con malattie rare. Dietro a ogni farmaco ci sono decenni di studi necessari per tutelare la nostra salute e avere medicinali sicuri ed efficaci adatti a sempre più situazioni. Discuteremo delle innovazioni a vantaggi di terapie personalizzate e di precisione.
Paola Minghetti
Università degli Studi di Milano
Paola Minghetti è Professore Ordinario di Tecnologia e Legislazione Farmaceutiche all’Università Statale di Milano. Laureata in CTF e Farmacia e dottore di ricerca in Scienze Farmaceutiche, ha ricoperto numerosi incarichi accademici e scientifici. Attualmente è Direttore del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università di Milano e Presidente della Società Italiana di Tecnologia e Legislazione Farmaceutiche (SITELF, già ADRITELF) e della Società Italiana dei Farmacisti Preparatori (SIFAP).
Domande e Conclusioni
Giovedì 20 novembre
VACCINI
Le rivoluzioni tecnologiche e il loro impatto sui vaccini
I vaccini sono sostanze che simulano infezioni pericolose o fatali causate da virus, batteri o parassiti. Lo fanno in tutta sicurezza, senza causare le fasi nefaste delle infezioni, e così facendo educano il sistema immunitario a riconoscere e combattere eventuali attacchi da agenti infettivi. Assomigliano ai simulatori di volo che educano in tutta sicurezza i futuri piloti a volare ed affrontare le situazioni più pericolose. La simulazione delle infezioni per quasi due secoli è stata fatta iniettando batteri, virus o parassiti uccisi o attenuati. Dal 1980, una serie di rivoluzioni tecnologiche ha cambiato il volto dei vaccini, aumentando la loro sicurezza e efficacia e rendendo possibile fare vaccini che prima erano impossibili. Tra le tecnologie che hanno avuto più impatto c’è stato l’avvento del DNA ricombinante, della coniugazione di polisaccaridi a proteine, la formulazione con nuove sostanze adiuvanti. La possibilità di leggere il genoma dei patogeni ha poi dato inizio alla “Reverse Vaccinology” che ha permesso di scoprire al computer nuove molecole vaccinali. A questo si è aggiunta la possibilità di isolare anticorpi monoclonali umani capaci di neutralizzare virus o uccidere batteri, e di usarli per scoprire il loro target, ottenere la struttura dell’epitopo protettivo e di usare computer modelling per disegnare vaccini ritenuti impossibili. Infine, la pandemia del Covid-19 ha accelerato l’uso dei vaccini a RNA, che di fatto non sono vaccini ma molecole di RNA che contengono l’informazione che istruisce le cellule dell’ospite a sintetizzare il proprio vaccino. Adesso stiamo vivendo il momento della Intelligenza Artificiale (AI) che ha già trasformato la fase di scoperta e disegno dei vaccini e che presto infetterà tutta la vaccinologia.
Rino Rappuoli
Fondazione Biotecnopolo Siena
Rino Rappuoli è direttore scientifico della Fondazione Biotecnopolo di Siena (FBS), della quale fa parte anche il Centro Nazionale Anti-pandemico (CNAP). FBS ha come scopo lo sviluppo della ricerca applicata e l’innovazione nel campo delle biotecnologie e delle scienze della vita.
Nel corso di oltre 40 anni Rappuoli ha sviluppato numerosi vaccini innovativi, tra i quali il vaccino per la pertosse (anni 90 e primo prodotto con i criteri di precision medicine), meningococco C (anni 2000), vaccino influenzale con adiuvante (1997) e pandemico (2009) ed ha inventato la “Reverse Vaccinology” con cui è stato fatto il vaccino per il meningococco B (2013) e sfruttato il disegno di antigeni basato sulla struttura tridimensionale per sviluppare il vaccino contro il virus respiratorio sinciziale (RSV) che è stato approvato nel 2023. Nel 2013 ha usato la biologia sintetica per sviluppare vaccini in una settimana. La reverse vaccinology e la biologia sintetica vengono usate per sviluppare tutti i vaccini partendo dal genoma. Dal 2020 lavora anche sugli anticorpi monoclonali di seconda generazione contro il SARS-CoV-2, Mpox e batteri resistenti agli antibiotici.
Rappuoli è tra gli scienziati nel mondo impegnato nel rendere sostenibile la salute globale.
È fondatore del GSK Vaccines Institute for Global Health, un Istituto con sede a Siena che sviluppa vaccini per i paesi poveri.
Immunità e infiammazione, dal cancro alla salute globale
Insieme al sistema nervoso, il sistema immunitario costituisce uno dei due massimi sistemi del nostro organismo. Verranno discussi i meccanismi fondamentali di funzionamento del sistema immunitario e come si stia vivendo una “immunorevolution” nella lotta contro malattie diverse, inclusi i tumori. Fra le armi immunologiche, i vaccini costituiscono uno degli interventi che più hanno migliorato la vita degli esseri umani. Accanto alle sfide scientifiche, non meno importante è la sfida della condivisione con le parti più povere del pianeta, i paesi africani in particolare.
Alberto Mantovani
IRCCS Humanitas
Alberto Mantovani, medico e immunologo, è Presidente Fondazione Humanitas per la Ricerca, Professore Emerito e Direttore Scientifico Emerito dell’Istituto Clinico Humanitas, nonché Chair of Inflammation, William Harvey Research Institute, Queen Mary University, Londra. Ha lavorato in Inghilterra e negli Stati Uniti, è membro dell’Accademia dei Lincei e della National Academy of Sciences USA. Da molti anni è il ricercatore italiano a più alto impatto nella letteratura scientifica internazionale. Per la sua attività di ricerca ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti nazionali e internazionali.
Etica dei Vaccini. Tra libertà e responsabilità
L’intervento intende offrire una riflessione bioetica sul tema della vaccinazione, collocato all’incrocio tra libertà individuale e responsabilità collettiva. Verranno richiamati i principali riferimenti concettuali della bioetica per interrogarsi sul rapporto tra decisione personale e tutela della salute pubblica. L’obiettivo è stimolare un approccio critico e consapevole, che consenta di comprendere la complessità delle scelte vaccinali al di là delle sole evidenze scientifiche.
Marco Annoni
CNR
Esperto di bioetica e filosofia morale, Marco Annoni ha conseguito due dottorati di ricerca, uno in filosofia della scienza e uno nei fondamenti etici e teorici delle scienze della vita.
Attualmente è responsabile (P.I.) dell’Unità di Ricerca in Bioetica presso il Centro Interdipartimentale per l’Etica e l’Integrità nella Ricerca (CID-Ethics) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Coordinatore del Comitato Etico della Fondazione Veronesi, Direttore della rivista scientifica The Future of Science and Ethics, e membro del Comitato per l’Etica Clinica (CEC) dell’Azienda USL-IRCCS di Reggio Emilia.
Domande e Conclusioni
Venerdì 21 novembre
PAROLE
S(ci)enza parole: viaggio nella complessità dei linguaggi
La parola è la forma più elevata ed evoluta di comunicazione; comunicano del resto anche le cellule del corpo, comunicano gli animali e le piante; ognuno con una propria identità comunicativa che deve necessariamente rispettare regole e comportamenti per garantire l’eucrasia, condizione che caratterizza lo stato di salute non solo di ogni singolo elemento o specie, ma dell’intero ecosistema. Il linguaggio è strettamente legato al pensiero complesso e come tale è uno strumento potente che può plasmare il modo in cui percepiamo e interpretiamo la realtà. I linguaggi modellano le culture, definiscono le identità, determinano le nostre relazioni sociali. In questo contesto, una comunicazione distorta e una disinformazione sono spesso generatrici di odio. Cercheremo di fare un viaggio nel complesso mondo della comunicazione, dell’origine dei bias cognitivi e del perché l’uomo fa fatica a liberarsi, della differenza tra scienza e opinioni, delle strategie per imparare e comunicare la scienza in modo (ri)creativo, mantenendo il rigore del metodo scientifico.
Antonio Musarò
Università Sapienza Roma
Antonio Musarò è professore Ordinario di Istologia ed Embriologia alla Sapienza Università di Roma. Laureato in Scienze Biologiche e dottore di Ricerca in Scienze e Tecnologie Cellulari. E’ stato Research Fellow presso la Harvard University (USA), direttore del dottorato di ricerca in Morfogenesi e Ingegneria Tissutale e del Master in Stem cells and genome editing. È direttore del master di II livello in One Health e coordinatore della classe accademica Scienze della Vita presso la Scuola Superiore di Studi Avanzati Sapienza. È autore di oltre 140 pubblicazioni scientifiche nel campo della ricerca neuromuscolare. Da diversi anni è impegnato nella divulgazione scientifica; è direttore scientifico della manifestazione “Festa della Scienza” che si svolge annualmente in Puglia.
L’era di Pollicino e del conte Mascetti
“cosa speravi di ricavare da tutte quelle parole stampate, Montag, la felicità?”
Fahrenheit 451
Francois Truffaut (1966)
Il linguaggio è certamente la più potente tecnologia creata dall’uomo. La parola crea senso ed il suo impiego modella “il mondo”, le nostre relazioni, la nostra esistenza. Nell’epoca dell’infosfera nella quale viviamo troppa informazione si converte in disinformazione: una notizia è accettata dal pubblico come vera sulla base di stati emozionali. Arretratezza culturale sulle materie scientifiche, sul metodo scientifico e scarsa fiducia da parte degli italiani nelle istituzioni culturali, sono queste le varie ragioni per le quali le fake news nascono e si diffondono facilmente tra gli italiani: in una parola analfabetismo funzionale che conforta i pregiudizi e le verità alternative (no-vax, OGM, si razze, tre genitori, etc) modellate dalle supercazzole (parole o frasi senza senso, pronunciata con serietà per sbalordire e confondere l’interlocutore)” che portano ad atrofia cerebrale. E’ evidente che stiamo assistendo a fenomeni dei quali ci sfugge il meccanismo profondo ma tutti riconsegnabili ad un uso distorto e malevole del linguaggio, della parola.
Due casi paradigmatici saranno brevemente illustrati: i bimbi di tre genitori e l’esistenza delle razze, tralasciando quelli ormai meglio esaminati degli OGM e dei vaccini.
Carlo Alberto Redi
Università di Pavia
Presidente del Comitato Etica “Fondazione Umberto Veronesi”, è stato titolare dei corsi di Developmental Biology (Corso di Laurea in lingua inglese di Scienze Biologiche), Biotecnologie della Riproduzione (Corso di Laurea in Biotecnologie) e per la Scuola di alta formazione IUSS del corso Biologia delle cellule staminali. Membro del Collegio dei Docenti del Dottorato in Bioingegneria e Bioinformatica medica (sede amministrativa Pavia).
Svolge lezioni e seminari anche presso le Università di Amburgo, Lubecca, Duesseldorf, Caracas, Buenos Aires e Santiago del Cile.
Si occupa attualmente dello sviluppo di un citoplasto artificiale per la riprogrammazione genetica dei nuclei di cellule somatiche e di genomica funzionale studiando la regolazione dell’espressione genica nel corso delle prime fasi dello sviluppo embrionale.
Intensa l’attività di divulgazione scientifica collaborando con “La Lettura” del Corriere della Sera e con diverse case editoriali (Carocci, Il Mulino, Sironi edt) per le quali ha pubblicato svariati titoli.
La (buona) comunicazione scientifica come necessità democratica
In un’epoca in cui la scienza e la tecnologia sono strumenti essenziali per affrontare le sfide globali, è fondamentale che le persone possano compiere scelte consapevoli su questioni scientifiche. Comunicare la scienza significa quindi non solo presentare dati e prove, ma soprattutto renderli rilevanti e capaci di coinvolgere emotivamente. Le storie, fin dall’inizio della civiltà, hanno permesso all’umanità di trasmettere conoscenze, valori e visioni del mondo: oggi possono diventare un mezzo potente per dare senso alle scoperte scientifiche e guidare le decisioni individuali. Tuttavia, le storie semplificano la realtà e, piegate alle regole narrative o agli algoritmi social, rischiano di distorcere i fatti, o vengono utilizzare per diffondere deliberatamente fake news. È la scienza, con la sua base di evidenze, a costituire l’unico baluardo contro la deriva di un mondo in cui la verità viene decisa dalla “migliore” narrazione. Per questo occorre non combattere le storie, ma generare nuove narrazioni della scienza: inclusive, gioiose, accessibili, capaci di rispettare l’integrità del messaggio scientifico e al tempo stesso di accendere curiosità e partecipazione.
Chiara Segrè
Fondazione Umberto Veronesi
Chiara Segré è biologa e dottore di ricerca in oncologia molecolare, con un master in giornalismo e comunicazione della scienza. Ha lavorato otto anni nella ricerca sul cancro e dal 2010 si occupa di divulgazione e comunicazione della salute e della ricerca scientifica. Dal 2014 è Responsabile della Supervisione Scientifica della Fondazione Umberto Veronesi, oltre che scrittrice di libri per bambini e ragazzi.
Domande e Conclusioni
FAQ sui FISV Days
- Che cosa sono i FISV Days?I FISV Days sono giornate di approfondimento scientifico dedicate agli studenti e ai docenti delle scuole secondarie superiori italiane. Hanno l’obiettivo di avvicinare il mondo della scuola ai grandi temi della ricerca scientifica contemporanea e accrescere la consapevolezza scientifica collettiva.
- Come ci si iscrive?
Basta compilare il modulo online di partecipazione indicando le classi che si desidera iscrivere. Qualche giorno prima dell’evento, riceverai il link per collegarti su Zoom. - Come fare se non è possibile partecipare in quei giorni?
Puoi iscrivere comunque le tue classi e indicare nel modulo di registrazione che intendi partecipare “in differita”: ti manderemo il link delle registrazioni e potrai vedere tutte le conferenze che ti interessano in un secondo momento. - Le lezioni si svolgono in presenza o online?
Tutti gli incontri si svolgono esclusivamente online su Zoom, per permettere la partecipazione da ogni parte d’Italia. - È obbligatorio partecipare a tutte le giornate?
No, puoi scegliere a quali giornate partecipare e indicarlo nel modulo di iscrizione. - Quanto costa partecipare ai FISV Days?
Niente, le lezioni sono gratuite e aperte a tutte le scuole superiori che vogliono offrire agli studenti questa preziosa opportunità formativa. - Ci sarà la possibilità di fare domande ai relatori?
Certo, al termine di ogni giornata ci sarà tempo per domande e discussioni. - Serve una preparazione scientifica specifica per seguire le conferenze?
No. Gli interventi sono progettati per essere accessibili agli studenti delle scuole superiori e ogni relatore adotta un linguaggio divulgativo, chiaro e stimolante. - Posso vedere qualche esempio dell’edizione passata?
Certo, puoi guardare la playlist con tutte le registrazioni video dell’edizione 2024: Playlist 2024 .

